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“A Fogg(e) ce sta na chiane,
ngopp’i munte ce sta na funtan(e)...”
Il dialetto che incontra il linguaggio pop. Elettronica e suoni arcaici. Tutto autoprodotto in home recording, a costo zero e senza prendersi mai davvero sul serio. “A Trasumanz(e)” è il secondo episodio (dopo “U Male de Sante Denate”) di questo nuovo “gioco” a cui di tanto in tanto voglio dedicarmi. Compagni di viaggio lungo questi utopici tratturi sono: Massimiliano D’Alessandro che con la sua mandola ha letteralmente aperto la canzone; Luca Mignogna alla fisa, respiro profondo e popolare; Pierangelo Di Grappa ha suonato invece il basso synth, sempre presente, attento e preciso; Giuseppe Nucci, fotoreporter internazionale, che mi ha gioiosamente prestato un suo scatto per la copertina del singolo. Che squadra! Ascoltate e diffondete, se vi va! Perché la transumanza è la nostra “piccola”, personale cosmogonia…

 

Dalle mie radici riparto con questo nuovo progetto musicale dialettale e con questa nuova canzone. San Donato d’Arezzo, vescovo e martire, è considerato il protettore degli epilettici, di chi, appunto, è affetto da quello che in gergo si chiama “il male di San Donato”. Al mio paese, Pietracatella, in cui il santo è patrono e protettore, fino a qualche decennio addietro, il sette di agosto, giorno delle celebrazioni in suo onore, si perpetuava il sentitissimo rituale della pesa. Ai piedi della statua veniva posta una grossa bilancia per offrire al santo l’equivalente in grano del peso del malato che doveva ricevere la grazia. Pellegrini devoti confluivano dai paesi limitrofi con la speranza che Barbadoro li liberasse dai loro tormenti. È di questo che parla la canzone. Ascoltatela, condividetela e fatemi sapere cose ne pensate. Nelle scene del video (prodotto in casa da me, come tutto il resto) si presenta l’eterna danza tra il bene ed il male; un diavolo, ammiccante ed agitato, e San Donato, serafico e imperturbabile, si contendono l’anima di un epilettico. Forse sono tre parti di una sola Unità? La maschera del diavolo è direttamente ispirata al mitico “Diavolo di Tufara”. Ringrazio Pierlangelo di Grappa e Massimo Ciocca per aver suonato rispettivamente basso synth e organetto.
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È uscita la mia prima piccola raccolta di poesie. Un viaggio nella provincia... quella geografica e anche quella dell'anima. Disponibile sui principali bookstore online e su Amazon ⬇️
Amazon.it: È finita la gioventù - Mastrogiorgio, Antonio - Libri



 

Vi siete mai chiesti come sarà la vostra ultima estate? Noi abbiamo provato a immaginarla in questa nuova canzone... Respiratela! È uscita su tutti i canali dedicati. Ermetismo, ritmo e contaminazione, per un pezzo che non vi lascerà indifferenti. 

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Vogliamo raccontarvi delle storie, come abbiamo fatto negli ultimi dieci anni. Si aggiunge così al nostro fornito catalogo di sfigati, dimenticati, invisibili, falliti, anche UN MAGO DI PROVINCIA. Bonario e con la testa tra le nuvole, mentre esegue i suoi modesti passaggi di prestigiazione, sogna qualcosa di veramente magico: una notte d’amore con una donna bella da uscirci pazzi. Nel clip, scritto e diretto dal giovane regista Antonio De Gregorio, una storia nella storia, altrettanto balorda e misteriosa. Buon ascolto e buona visione.

 

Da oggi, assecondando alcune richieste, è possibile ascoltare una buona fetta della colonna sonora da noi realizzata per il cortometraggio "Ritorno A Casa", di Mattia Marano e Antonio De Gregorio. Questa, che con un ossimoro ho definito "marcetta" funebre, fa parte di un insieme di brevi tracce (pillole) di colori e umori diversi, che abbiamo composto e registrato in tempo record, lasciandoci guidare, ovviamente, dalle scene del film. Noi ci siamo divertiti un mondo. Il prodotto sta ricevendo riconoscimenti e recensioni positive. Fateci sapere che ve ne pare e inseriteci nelle vostre playlist...
Contiamo di mettereci presto a lavoro su altre produzioni targate #LASUONATABALORDA. Un saluto a tutti
A.

 
ALLA BUON'ORA FUORI!
Acquista e ascolta la nostra musica dove ti va...
  "Alla buon'ora" è un trip grottesco, notturno, nell'incompiutezza e nella solitudine dell'essere umano, che si scopre tale davanti ai suoi limiti, alle sue paure, alle sue contraddizioni e, solo alla fine del viaggio, ALLA BUON'ORA appunto, ne acquista consapevolezza, con una smorfia amara ma divertita, sprezzante.
Il nostro ultimo lavoro tra latin, surf e canzone d'autore. 
 

Io lo chiamo Saint Nothing. Santo Niente. Disegnato per noi da The Wiseman (Antonello Falcone). Protettore delle vane attese, degli sprovveduti, dei poveri cristi, degli scarognati, martire di se stesso e della vita baldracca. Crepato aspettando che giungesse qualcosa di buono dai cieli. Ohhhh!!! Che sventurato il nostro Niente. E' lui l'inquietante e buffo simulacro che ci accoglie sull'uscio di "ALLA BUON'ORA", il nuovo disco nonchè viaggio allucinato, tragicomico de La Suonata Balorda. Bestemmiatelo pure nel momento del bisogno, della sventura. Non punisce, non si vendica. Saint Nothing vi capirà. E' uno di noi. Un po calaca messicana, un poco martire moderno, stanco morto è il caso di dire, ma ancora lì impalato come un baccalà... alla buon ora. A me già sta simpatico... ALLA BUON'ORA, fuori a marzo!

 

Se smettessimo per qualche istante di corteggiare la vita nella speranza di un sorriso benevolo, di un cenno d’intesa… come se il destino fosse già compiuto. Una partita decisa a tavolino. Immobili, solenni, come degli animali! E’ questo che siamo, dopotutto. Nessun desiderio, nessuna paura. Un sorso di vino magari; che il vino è come la vita... può farci bene, può farci male. Prende e da. Due ore di felicità, e poi tutto un giorno da coglione! Che vino vi offriamo? Tintilia, ovviamente! Questo vitigno che pare ci arrivò dalla Spagna nel 1700, “in mano ai borboni” e, dopo secoli (immaginate quante sbronze), estirpato, sostituito, dimenticato, così come si dimenticano gli uomini e le donne… che a volte ritornano. Come il Molise! Esiste? Non esiste? Boh! Noi qua stiamo, e ve lo raccontiamo... “perché restare è fatica! Ma questa bottiglia amica ci sorriderà...

"Ecco quel che sono veramente: cattivo, sbronzo, ma in gamba" da La leggenda del santo bevitore 

A  

 

Stavolta la volevamo fare sporca. Un pezzo da hit parade. Andare a San Remo. Fare una barca di danari. Questo tizio sul pullman raccontava a un amico di come la morosa l’aveva mollato. Gli avevano fottuto pure la bicicletta, con lucchetto e tutto. Un periodo di merda, insomma. Per tutti gli abbandonati, per i bottoni che han perduto la camicia. Anche per chi, sopraffatto dalle pene d'ammmore, ha ripreso a fumare. Non disperate. No no no no. Capita! Ci si vede ALL’ASTA FALLIMENTARE DEGLI AMORI… il nostro nuovo pezzo!

 

Ve l’ho raccontata così, pari pari a come l’ho vista io. C’avevo vent’anni, e invece di pensare a costruire il mio futuro e bla bla bla, ero appoggiato al bancone di un bar. Peggio per me. Fuori era buio. Lo era quasi sempre. Qualcuno aveva giocato la carta sbagliata e gli altri lo facevano nero. Zio Antonio “il tedesco”, buon anima, quella sera a quel tavolo non c’era, troppi nemici, ma ce l’ho messo io! Il suo “che ti si porta il diavolo”, quel borbottio al tabacco... facevano al caso mio. Ninì “u canatant” camminava avanti e indietro, da solo, come sempre. Elegantissimo. Di tanto in tanto intonava qualche pezzo dal suo repertorio. O’ sole mio. Io c’avevo in testa una figa con una bocca e due poppe così! Non me l’ha mai data. C’est la vie. Che il diavolo mi si porti. Un’altra birra. La scena era perfetta. Un disastro. Un manicomio. Click. Ho scattato la fotografia, e ve l’ho raccontata così, pari pari a come l’ho vista io. E che il diavolo vi si porti pure a voi… 
A.

 

Un estratto della nostra partecipazione alla sedicesima puntata di afternoon in music. Dopo quattro chiacchiere con il caro Francesco, eseguiamo un versione acustica di Affondo Vado A Fondo.  "...e questo tempo che scivola in un buco non mi è bastato mai"